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Interviste, video e articoliPubblicato il 21 dicembre 2023

«L'etica nello sport è un valore aggiunto positivo»: ma che cosa significa concretamente etica nello sport?

Dall'inizio del 2023, i principi etici nello sport sono stati integrati in modo più rigoroso e vincolante dal punto di vista legislativo. Pierina Schreyer, responsabile del servizio specializzato Integrazione e prevenzione presso la Scuola universitaria federale dello sport di Macolin SUFSM e membro del team centrale del progetto «Etica nello sport svizzero» dell’UFSPO (seconda fase), spiega in un'intervista come viene condotto il progetto parziale Formazione all’Ufficio federale dello sport.

Pierina, supponiamo che io alleni una squadra giovanile di una società locale di pallavolo. Attualmente sento parlare ovunque di «etica nello sport». Ma cosa significa concretamente questo concetto per il lavoro che svolgo nella mia società sportiva?

In realtà è molto semplice: significa mettere al centro le persone, ad esempio i giovani del tuo gruppo di allenamento, tutelare la loro salute e il loro benessere, accettarne i limiti e contribuire positivamente al loro sviluppo personale con il tuo modo di agire, valorizzando ad esempio i progressi che compiono e fornendo loro dei feedback. Ma significa anche permettere loro di partecipare e promuovere una sana cultura di squadra e non dubito che tu stia già facendo molto per raggiungere questo obiettivo. L’etica nello sport vuol dire inoltre affrontare situazioni difficili o rischi segnalando le infrazioni, conoscere i valori dello sport svizzero e confrontarli con le proprie convinzioni. È importante riflettere sul proprio comportamento e essere consapevoli dei motivi che ci spingono ad agire e a decidere in un determinato modo.

All'inizio il termine «etica» può infondere un po' di timore…

Sì, perché spesso viene percepito come qualcosa di negativo e noioso e viene associato a regole e norme. Naturalmente tutto ciò fa parte del concetto, ma ne è solo una piccola parte. Il termine «etica» racchiude molto più di questo e presenta molti aspetti positivi, soprattutto quando si tratta di favorire uno sport che rispetta i valori etici. Dobbiamo fare in modo che l'etica venga riconosciuta come un valore aggiunto positivo e che la sua utilità sia palese. In qualità di allenatore di una squadra giovanile puoi esercitare un'influenza diretta, motivando e rafforzando le persone in tal senso.

In che modo i principi etici che elabori teoricamente in veste di membro del team centrale del progetto «Etica nello sport svizzero» raggiungono la mente di bambini e giovani?

Questi principi non devono essere semplicemente trasmessi, bensì soprattutto interiorizzati! Tutto ciò non deve limitarsi a una semplice trasmissione di conoscenze da mente a mente. La conoscenza è solo un aspetto che rende possibile un apprendimento efficace. Oltre alle conoscenze, occorrono l'atteggiamento e le competenze giuste per poter affrontare in modo eticamente ineccepibile le sfide concrete che s’incontrano nella pratica. La conoscenza è facile da trasmettere. La domanda da porsi è la seguente: come fare a mettere in pratica i principi etici alla base? Lo si può fare soltanto dando l'esempio in modo attivo, incarnando, esigendo e rivendicando questi principi. Inoltre, si deve incoraggiare costantemente la riflessione e verificare, analizzare e armonizzare di continuo le proprie convinzioni e i propri valori. Tutto ciò richiede volontà e motivazione. La cosa principale è che la trasmissione di conoscenze non rimanga solo a livello di mente.

In che modo?

Utilizzando esempi di situazioni con le quali ci identifichiamo e che ci consentono di stabilire un dialogo con i gruppi di destinatari (monitrici e monitori o allenatrici e allenatori, ecc.) per mostrare loro in cosa consiste uno sport che rispetta i valori etici, ma anche come si manifestano i comportamenti inappropriati oppure le violazioni e gli abusi. La valutazione di situazioni può sfociare in un dialogo interessante, perché la mia analisi non deve per forza essere la stessa della mia controparte. Si tratta piuttosto di una combinazione fra applicazione, riflessione e confronto del proprio atteggiamento e, naturalmente, di un lungo percorso a cascata che parte dall'UFSPO e arriva fino al bambino, ovvero alla base. Come monitrice di attività sportive o come mamma posso influire direttamente sul bambino o sul giovane, ma non come responsabile di un servizio specializzato.

È possibile «seminare» questi valori nella formazione e nella formazione continua dell'UFSPO, ad esempio a livello di G+S o fra le altre collaboratrici e gli altri collaboratori?

Io da sola posso fare ben poco, perché ci vuole un impegno comune per far crescere qualcosa. Da parte mia posso comunque continuare a sottolineare l’utilità di questi valori, insistendo e mostrando quali opportunità concrete abbiamo a disposizione per cambiare le cose. La crescita comunque necessita del contributo di tutti coloro che svolgono un ruolo nella formazione all'UFSPO. Il modello della formazione di Macolin con i suoi orientamenti comuni a tutti i programmi di formazione del nostro Ufficio rappresenta un'ottima base. L'interazione tra le persone è di importanza fondamentale. 

Da anni, l'etica e i valori sono temi che vengono trattati regolarmente a livello di formazione e formazione continua. Tuttavia, i contenuti dei vari programmi di formazione non sono ancora stati adeguatamente armonizzati e finora non rivestivano alcun valore vincolante, o soltanto in modo ridotto. Abbiamo bisogno di coerenza, ovvero di collegamenti e di cooperazione tra tutti i sistemi di formazione! Il progetto parziale Formazione del progetto «Etica nello sport svizzero» si sta occupando di questa missione. Ne fanno parte Heinz Müller (Formazione degli allenatori Svizzera), Andreas Steinegger (Sport dei giovani e degli adulti), Thomas Wyss e la sottoscritta della SUFSM, vale a dire una rappresentanza intersettoriale. Anche Swiss Olympic partecipa attivamente al gruppo di lavoro con Natalie Barker-Ruchti e Rafael Meier.

In cosa consiste il vostro lavoro?

Attualmente stiamo formulando le cosiddette «competenze etiche», ovvero delle competenze generali che associano conoscenze, atteggiamento e capacità. Esse puntano a uno sport che rispetta i valori etici e in futuro dovrebbero essere promosse in tutti i programmi di formazione dello sport, naturalmente in modo tale che si adattino ai vari gruppi di destinatari e a livelli di approfondimento diversi. Questo perché le sfide che affrontano allenatrici e allenatori sono diverse da quelle con cui sono confrontati monitrici e monitori G+S oppure i funzionari delle federazioni. Come detto, attualmente stiamo affinando queste «competenze etiche», che fungono da guida e servono a sviluppare obiettivi di apprendimento e piani di studio concreti per i vari gruppi di destinatari. È essenziale riuscire a rafforzare le azioni eticamente competenti dei gruppi di destinatari attraverso la promozione delle competenze. Grazie al mandato di formazione dell'UFSPO, possiamo fare molto a favore di uno sport che rispetta i valori etici e la dignità umana.

La bussola etica è una misura concreta che sta sviluppando Swiss Olympic e alla cui realizzazione ha contribuito anche il team centrale del Progetto «Etica nello sport svizzero» dell'UFSPO. Com'è nata questa idea e come funziona?

L'obiettivo principale della bussola etica di Swiss Olympic è di stimolare una riflessione comune e dar vita a degli scambi su questioni e atteggiamenti etici. Essa fornisce un orientamento in questa riflessione comune e offre una base per la ricerca di soluzioni, senza tuttavia fornire dei rimedi pronti all'uso per ogni situazione. Spetta infatti sempre alle allenatrici e agli allenatori, alle monitrici e ai monitori o ai funzionari trovare la soluzione adeguata. Swiss Olympic sta completando questa bussola etica. La pubblicazione ufficiale sul sito Internet di Swiss Olympic è prevista per il 1° febbraio 2024.

Office fédéral du sport OFSPO

Spécialiste du domaine Prévention
Pierina Schreyer
Hauptstrasse 247
2532 Macolin