Pane fresco e indumenti caldi
Il 5 febbraio sono iniziate le competizioni nelle discipline nordiche. Per aiutare gli atleti nella preparazione delle gare è stato elaborato un progetto, i cui obiettivi e contenuti sono illustrati su un manifesto esposto al Nordic Pavillon di Macolin.
Per partecipare alle Olimpiadi, gli atleti si allenano per anni. Ma per poter esprimere pienamente il proprio potenziale ai Giochi olimpici di Pechino gli allenamenti da soli non bastano. Le competizioni in Cina presentano infatti aspetti che possono costituire un ostacolo per l’ottenimento di risultati di spicco: primi fra tutti il freddo e il fuso orario, ma anche la diversa alimentazione.
Swiss Ski si è confrontata tempestivamente con le difficoltà che le atlete e gli atleti avrebbero potuto incontrare durante questa edizione dei Giochi olimpici. Elias Bucher e Thomas Steiner, collaboratori scientifici dells sezione Fisiologia dello sport e resistenza dell’UFSPO, hanno elaborato – in collaborazione con Swiss Olympic – un progetto volto a stabilire il modo migliore per affrontare le particolari condizioni presenti in Cina nelle discipline dello sci di fondo e del biathlon. In un manifesto hanno illustrato i principali problemi, come le temperature rigide, e le possibili soluzioni. Il poster è esposto all’ingresso del Nordic Pavillon di Macolin, ma può essere consultato online in ogni momento dagli interessati mediante un codice QR.
Per saperne di più, dai un’occhiata alla scheda con il codice QR:
Al progetto hanno collaborato anche Patrik Noack e Hanspeter Betschart, medici dello sport che attualmente si trovano a Pechino, dove il 5 febbraio si sono tenute le prime competizioni nelle discipline nordiche: la 15 km di skiathlon maschile nello sci di fondo e la staffetta 4 x 6 km mista nel biathlon. In un videomessaggio inviato dalla regione di Zhangjiakou, sede delle gare di fondo e di biathlon, Noack e Betschart hanno confermato che le temperature sono glaciali. «Fa leggermente più freddo che in Engadina, dove i nostri atleti si sono allenati durante l’inverno, e in più soffia un vento molto forte» ha spiegato Noack.
Il viaggio in Cina è stato effettuato già alla fine di gennaio, in modo da avere alcuni giorni per abituarsi al clima freddo e ventoso e per testare l’efficacia dell’abbigliamento scelto. «La maggior parte degli atleti sa esattamente cosa indossare in normali condizioni di allenamento e di gara. Hanno i propri indumenti tecnici preferiti che si rivelano adeguati nell’85 per cento dei casi. Qui però è diverso», ha proseguito Noack.
Il team di Fisiologia dello sport e di Swiss Olympic ha aiutato gli sportivi rossocrociati a trovare i capi di abbigliamento adatti alle particolari condizioni climatiche della Cina, avvalendosi di test con telecamere a immagine termica effettuati a Idre Fjäll, in Svezia. Le immagini hanno evidenziato i punti che presentavano un’eccessiva dispersione termica e che necessitavano di uno strato supplementare. Trovare l’intimo funzionale è stato facile, mentre è risultato più difficile scegliere le tute, perché anche gli sponsor volevano dire la loro.
Anche dal profilo dell’alimentazione è valsa la pena arrivare in Cina ben preparati. «Prima dell’inizio dei Giochi abbiamo avuto la possibilità di comunicare i nostri desideri al CIO, ma solo una volta giunti sul posto abbiamo potuto constatare l’effettiva qualità del cibo», spiega Noack. Nella regione di Zhangjiakou i prodotti senza glutine sono ancora poco diffusi e la scelta di frutta e verdura è limitata. Alcuni atleti hanno portato il pane da casa perché al villaggio olimpico si trova praticamente solo quello bianco e in cassetta. Per ovviare a questa situazione «abbiamo portato con noi una macchina per fare il pane, in modo da poterlo avere sempre fresco», racconta Noack.
Anche le misure di contenimento della pandemia di Covid 19 sono severe nel centro che ospita le gare di sci di fondo e di biathlon. Sapevamo tutti che le restrizioni sarebbero state rigide, ma per gli atleti che praticano sport di resistenza è una situazione insolita. «Loro sono abituati ad andare a correre per prepararsi alle gare. Qui lo possono fare solo limitatamente, perché non sono autorizzati a lasciare il villaggio olimpico». Pertanto si allenano correndo sul tapis roulant o facendo brevi giri all’interno della bolla olimpica, «quando invece le colline circostanti sarebbero perfette per la corsa.»
Il freddo influisce sulle prestazioni
Per scegliere l’abbigliamento ottimale per gli atleti e le atlete, siete andati fino in Svezia. Perché avete dovuto andare così lontano per questi test?
Le misurazioni della termoregolazione che abbiamo effettuato con i quadri della nazionale di biathlon a Idre, in Svezia, rientravano nel pacchetto di misure deciso in collaborazione con Swiss Ski e Swiss Olympic nell’ambito della preparazione alle difficili condizioni ambientali che avremmo trovato a Pechino. Nella primavera 2021 gli atleti si sono sottoposti a test di funzionalità polmonare per diagnosticare e prevenire un’eventuale asma da stress in un clima freddo e secco. Le misurazioni durante l’ultimo campo di allenamento in Svezia prima della nuova stagione avrebbero dovuto aiutare atleti e coach a identificare le strategie più adatte a livello di abbigliamento e warmup in un contesto di gara. Le condizioni migliori a tal fine sono appunto il team e il setting concreto di gara.
In che modo il freddo condiziona la prestazione sportiva?
Le temperature, siano esse elevate o molto basse, condizionano negativamente la resistenza. Nel nostro caso il clima rigido innesca due meccanismi fisiologici. In primo luogo, ad esempio nello sci di fondo, le vie respiratorie sono messe a dura prova dal grande volume di aria fredda e secca che devono scaldare e inumidire in breve tempo. Se l’intensità è elevata, il corpo perde molta acqua e molte energie. A temperature molto basse possono insorgere difficoltà respiratorie. Secondariamente, il freddo restringe i vasi sanguigni (vasocostrizione) riducendo l’afflusso di sangue, e di riflesso la temperatura nei gruppi muscolari periferici. L’apporto di ossigeno alla muscolatura che lavora diminuisce e il metabolismo anaerobico è più sollecitato. Nel contempo, per effetto della vasocostrizione, la temperatura di mani e piedi cala con conseguenze negative per la sensibilità tattile e l’agilità delle dita. Evidentemente l’abilità di tiro ne risulta compromessa.
Gli atleti devono modificare la loro alimentazione e il sonno se le temperature sono più basse rispetto a quelle cui sono abituati?
A livello di alimentazione, se soggiornano per un periodo prolungato in regioni fredde, gli atleti e le atlete devono tenere sott’occhio soprattutto il bilancio energetico e quello idrico perché durante l’attività sportiva la perdita di energia e di liquidi è maggiore e, di regola, il corpo necessita di più risorse per mantenere la temperatura corporea interna anche lontano dalle piste. Questa sfida può essere gestita con una strategia adeguata di apporto energetico in allenamento e in gara, ad esempio aumentando l’assunzione di bibite e snack contenenti carboidrati. Per quanto riguarda il sonno, invece, non ho consigli concreti. Non ne conosco. Bisognerebbe comunque tenere conto del fatto che in un clima rigido il recupero dopo lo sforzo potrebbe essere più lento.
Qual è la temperatura corporea ideale per fornire una buona prestazione sportiva?
Per stabilire qual è la temperatura corporea ideale per fornire una buona prestazione sportiva si dovrebbe dapprima distinguere tra temperatura corporea interna, temperatura della muscolatura alle estremità e temperatura ambientale. Se una variazione minima di 1-2°C della temperatura corporea interna (normalmente ~36.6°C) può ridurre sensibilmente la prestazione, le oscillazioni della temperatura del tessuto muscolare e della pelle sono meno problematiche. La temperatura ambientale ottimale che avrebbe un effetto positivo sulla resistenza si colloca, invece, tra 7 e 13°C. Nel biathlon, come già menzionato, il freddo può compromettere l’agilità delle dita e la percezione tattile visto che diminuiscono in modo marcato a una temperatura della pelle di <15 °C. Per garantire all’atleta una termoregolazione ideale, bisognerebbe adeguare l’abbigliamento prima e durante la gara alle condizioni ambientali per evitare, da un canto, un’ipotermia della muscolatura che lavora e, dall’altro, un accumulo di calore con una forte sudorazione.
Ufficio federale dello sport UFSPO
Hauptstrasse 247
2532 Macolin



